I media di proprietà della ‘finanza illuminata’ (gruppo de Benedetti - Corriere - Cairo - Huffington - Mediaset) sono mobilitati in difesa dell’umanità, dell’accoglienza e contro il fascismo salviniano. Ma la partita, senza esclusione di colpi, è ben altra: ha a che fare con il controllo dello Stato, che la ‘rozza‘ borghesia della piccola e media impresa sta sfilando di mano a quei campioni di umanità che sono gli Agnelli, i Benetton, i De Benedetti...
(Il titolo è quella del film di Peter Fleischmann presentato a Cannes nel 1969, che racconta della caccia ad un ‘diverso’ ingaggiata dagli abitanti di un villaggio della Bassa Baviera).
SA- 23/06/2018.
In mancanza di strategia, visione, analisi, cultura politica all’altezza, la ‘sinistra’, da quelli del Pd che si reputano ancora di sinistra agli immarcescibili residuati delle formazioni alla sua sinistra, è impegnata in una strenua guerra ‘tra poveri’, il cui il bersaglio sono i ‘traditori’, quelli che, pur di sinistra, hanno votato 5 stelle o addirittura Lega; e che non demordono da questo inconsulto proposito. Se qualcuno, pur facendo i debiti scongiuri (tipo: non li ho votati e mai li voterò) si azzarda a proporre un visione più critica, e a dire, ad esempio, che, dove c’è ancora classe operaia, lì si vota in massa Lega, oppure che la diga alla deregulation del diritto del lavoro l’ha rotta il pacchetto Treu (senza contropartite) con Bertinotti al governo e Pisapia alla giustizia, guai a lui: personalmente sono stato pubblicamente additato come ‘lacchè di Salvini’...
Insomma, si assiste ad un penoso spettacolo dove i maestri d’orchestra (gruppo de Benedetti - Corriere - Cairo - Huffington - Mediaset) aizzano i cani contro il ‘nuovo fascismo’ e i suoi ‘fiancheggiatori’, i quali fiancheggiatori sono, appunto, o dei fascisti tour court o, peggio, dei dementi che non vedono e non comprendono l’abominio in atto.
Ora, non ci vuole un genio per comprendere che la disarticolazione del sistema sociale, e direi dello stato, lo hanno portato avanti con arroganza, determinazione e stupidità supreme le truppe del centro sinistra, almeno quanto Monti e Berlusconi, attualmente legati da un patto di ferro contro il nuovo esecutivo. Era difficile prevedere questa reazione dell’elettorato?
Stiamo andando verso il fascismo? Non più di quando si era nelle mani di Berlusconi con ex fascisti al ministero dell’interno, alla giustizia e alla difesa, o di quando Renzi ha tentato di sfigurare la Costituzione, o di quando ha tentato di mettere ai vertici dei servizi uomini che lavorano con gli apparati di sicurezza israeliani.
L’Italia, per chi avesse un minimo di memoria storica, dalla strategie della tensione, anzi, dall’uccisione di Enrico Mattei, al rapimento Moro, ai fatti di Genova (dove Gianfranco Fini, vice presidente del consiglio, presiedeva in sala operativa al massacro dei manifestanti) è sempre al limite di un qualche ‘fascismo’.
Oggi Salvini è, prima di tutto, il paladino della borghesia produttiva rappresentata dalla piccola e media impresa, impegnata a strappare alle élite finanziarie, in cui si riconoscono gli Agnelli, Berlusconi, De Benedetti, Benetton..., il controllo di quel che è rimasto dello stato nazionale e del suo bilancio. La guerra è in atto, feroce e senza esclusione di colpi. Brutale e spregiudica: immigrati, disoccupati, sinistrati sono la fanteria o le truppe di complemento, a seconda dei casi.
Ovviamente, della natura di questo esecutivo e dello scontro di cui è espressione, nel rimescolamento dei rapporti di forza all’interno di quella che, per comodità, definiamo ‘borghesia’, nessuno parla. Scomparsa la sinistra da ogni possibile orizzonte politico, a chi pensa di ‘informarsi attraverso Repubblica o il Manifesto, va raccontato che sono in discussione i principi fondamentali della democrazia, dei diritti civili, della umanità e via dicendo. Nessuno di questi paladini dell’umanesimo mette a confronto il cinismo del governo Renzi che ha fatto carne da macello dei migranti, merce di scambio con Bruxelles e occasione di colossali guadagni per trafficanti di carne umana in Italia, con la rozzezza di Salvini, che sarà razzista quanto si vuole, ma non più della ‘sinistra’ di Renzi o quella -compassionevole - di Capalbio (dove i neri non sono graditi, se non hanno i soldi...).
Alla fine, cosa ci si può aspettare (sperare) da un governo Di Maio-Salvini?
Che non trasformi l’Italia in una landa bavarese dove si da la caccia ai diversi. Su questo, qualsiasi sinistra democratica, per quanto frammentatata e instupidita, avrebbe molto da fare, da dire, da costruire, senza stare al carro del mainstream.
Che sappia guidare un processo di rinnovamento o, in mancanza, di sganciamento dall’attuale ‘sistema’ europeo. Se dobbiamo morire, meglio ammazzarci da noi, che delegare il lavoro ai tedeschi. Quanto meno non faremo la fine della Grecia, e ai nostri eredi lasceremo i porti, gli aeroporti e il Colosseo...