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LA 'SINISTRA' PRODUCE...SARDINE
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Non sono bastati 20 anni di anti berlusconismo che serviva a spostare la discussione sugli ‘anti’
invece che sulla ‘politica’, su ciò che andava fatto...
A
Semiramide, forse una regina assira vissuta intorno all’800 a.c., viene
attribuito il concetto per cui un nemico accanito, ma non
particolarmente pericoloso, può tornare sempre utile... Dedicato a Mariella, che mi dà del rancoroso, perché critico le 'Sardine'(segue...)
Dedicato a Mariella, che mi dà del rancoroso, perché critico le 'Sardine'...
Sarebbe buona cosa accettare la discussione sul merito. Saltare merito e
argomenti col marchio del 'rancoroso', è un modo come un altro di
rifiutare la discussione. Quel che dice il filosofo citato da
Giovanni Amatuccio, è un pò tranchant, ma è vero. Io ricordo gli indiani
metropolitani, i girotondini, il movimento viola, la pantera...ed
ora...le sardine. Chi ha memoria e conoscenza diretta della durezza
(della violenza) dello scontro sociale degli anni '70, che può pensare,
se non che si tratta di innocue scaramucce? (Il paragone mi pare
legittimo, considerando il fatto che gli anni '70 vedevano un'economia
in crescita, un tessuto sociale molto più coeso e fiducioso, nonostante
tutto. Oggi, con un apparato industriale smobilitato del 25% nell'ultimo
ventennio e con una crisi sociale e morale di proporzioni ben più
gravi, che ruolo può avere il popolo delle sardine? Cosa esprime in un
contesto sociale selvaggio e muto, dove la violenza sociale è in
un’unica direzione, dove la lotta di classe la fanno solo i ‘padroni’ e i
loro servi ?) Altro argomento, del tutto gratuito: se siamo a
questo punto è colpa delle 'vecchie generazioni', che hanno costruito
questa società'. Io credo che la politica sia come il diritto penale:
ognuno risponde di quel che ha fatto e fa. Se dominano i ladri e gli
opportunisti ed io li combatto, non posso essere accomunato a loro per
un fatto generazionale. Sono argomanti tipicamente reazionari, che
trasformano la lotta politica e sociale, mistificandola come lotta
generazionale... Certo, il marchio delle Sardine (registrato!), come
elemento di strategia comunicativa per fronteggiare la marea
reazionaria che si profila all'orizzonte, non può che essere un'idea
geniale. Sicuramente si ispira alle 'strategie indirette' o alla
deliberata scelta di fornire al nemico informazioni riduttive della
propria forza, come insegnavano i cinesi 500 anni prima di Cristo (mi è
rimasto impresso un testo di Sun Tzu - la copertina gialla più che il
contenuto -, che non trovo più, maledizione !). Adesso ho letto
anche il manifesto delle sardine: che è un'opera d'arte di grande
effetto psicologico, dicono i 'giornalai' della Stampa, del Corriere e
dell'Espresso. Io di questo mi preoccuperei, e non poco... In
realtà, è un proclama 'antipopulista' politicamente vuoto, che ci esorta
a non votare Salvini e che, ahimé, ignora la beffa più tragica cui
andremo incontro: in tanti voteranno per il 'Capitone' perché credono
che ci libererà da quella 'borghesia vendidora' (il termine desueto è di
uno storico dell’economia, che si definisce cristiano-marxista), che
sta spogliando l'Italia da una trentina d'anni, svendendone pezzi vitali
al miglior offerente. Questo dato, vero o sbagliato (per me
profondamente vero), sta nella testa non dei populisti, ma del 'popolo'.
Il 'popolo' bisognerebbe conoscerlo e parlarci. Questo significa, per
il 'povero popolo ignorante', livelli di dispoccupazione non
sostenibili, condizioni di povertà e insicurezza sociale, ignoranza, mai
toccati dal dopoguerra; percezione netta di diseguaglianze e
ingiustizie che gridano vendetta. La propaganda salvinaiana è molto
abile perché mette insieme elementi di verità, con la promessa (falsa)
di fare la guerra a quella borghesia e a quella Europa, che, invece,
finanzia o aspetta Salvini, quando andrà al potere, se ci andrà, con
accordi già fatti. Borghesia vendidora agganciata all' "Europa
produttiva", regione transalpina realizzata di fatto; sud, colonia,
senza ulteriori infingimenti... Le ‘Sardine’ sono dentro questo
gioco, nel quale i contendenti dei due business, la ‘destra’ e la
‘sinistra’ (Chomsky), muovono le loro pedine. Tuttavia, il
'Populismo' è anche di sinistra: lo spiega - malamente - il buon
Fassina; lo diceva con brevità e chiarezza esemplari, un antico maestro,
Lelio Basso... Ma le gioiose sardine, non violente, queste cose non
le sanno e non le vogliono sapere. Credono che gli elettori di Salvini
siano solo una massa di deficienti e di fascicti, e non, anche, milioni
di persone ridotte in miseria, o alla disperazione, che non hanno il
tempo e il modo di discettare sui diritti civili, tanto cari alla
sinistra di Capalbio. E credono che la lotta politica si faccia col marketing.
La beffa ancora più grande è che molti di quelli che votano Salvini
sanno benissimo che finirà come nel ventennio berlusconiano, e ti
dicono: perché votare per una 'sinistra' che fa le stesse politiche, se
non peggio, e dice di essere per i lavoratori e i disoccupati? Tanto
vale scegliere l'originale. Almeno mi risparmio qualche bollo auto che
mi condonano... Ma la democrazia, i diritti civili ? "Ma quali
diritti civili ? A me, a 60 anni, ci sta mantenendo mia suocera", mi ha
detto stamattina un signore che spesso incontro al bar... Certo, che rancorosi che sono questi disoccupati sessantenni, mantenuti dalla suocera... G.S. - Sa - 22/11/2019.
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